Tesla ha ricompensato un gruppo di hacker con 200.000 dollari e una Model 3 nuova di zecca per aver identificato una nuova vulnerabilità nei sistemi dell’azienda. Da anni, Tesla investe significativamente in cybersecurity e collabora attivamente con hacker etici, partecipando a competizioni di hacking come Pwn2Own, dove mette in palio premi ingenti e le sue auto elettriche.
L’Approccio di Tesla alla Cybersecurity
L’obiettivo è incentivare e premiare gli hacker “buoni” a scoprire vulnerabilità affinché Tesla possa risolverle prima che possano essere sfruttate da malintenzionati. Questa strategia ha permesso a Tesla di correggere decine, se non centinaia, di vulnerabilità nei suoi sistemi prima che potessero essere sfruttate da persone con intenti malevoli.
Successi Recenti e Strategie Proattive
L’evento più recente si è verificato a gennaio, durante uno speciale evento di Pwn2Own a Tokyo, dove un team di ricercatori di sicurezza, Synacktiv, è riuscito a sfruttare il sistema di infotainment di Tesla, vincendo 100.000 dollari per l’exploit. In un successivo evento Pwn2Own a Vancouver, Synacktiv ha replicato il successo, hackando l’unità di controllo elettronico (ECU) e il BUS CAN del veicolo di Tesla, guadagnando così 200.000 dollari e una Model 3.
L’Importanza della Cybersecurity nel Futuro dei Veicoli
Con i veicoli sempre più connessi, cresce la preoccupazione per i rischi di hacking nel settore automobilistico. Iniziative come queste aiutano i costruttori di auto a rimanere un passo avanti rispetto ai malintenzionati. Tesla gestisce inoltre il proprio programma di segnalazione di bug, aperto agli hacker etici, con ricompense generose.
Le Preoccupazioni di Elon Musk e gli Sforzi di Tesla
Tesla ha intensificato i suoi sforzi in cybersecurity dopo che un attacco su larga scala alla sua flotta è diventato una preoccupazione reale per il CEO Elon Musk. Nel luglio 2017, Musk ha confermato che un “attacco su larga scala alla flotta” rappresenta una delle maggiori preoccupazioni di Tesla, soprattutto con la transizione verso i veicoli autonomi. Ha persino presentato uno scenario ipotetico in cui, come scherzo, tutti i Tesla autonomi potrebbero essere inviati in Rhode Island, causando il collasso dell’azienda e l’ira degli abitanti. Ciò che Musk sapeva, e il pubblico no, era che Tesla aveva già sperimentato una situazione simile alcuni mesi prima del suo discorso, come spiegato nel nostro report “The Big Tesla Hack”, in cui un hacker era riuscito a prendere il controllo dell’intera flotta Tesla.
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