Da qualche anno è aumentato l’interesse anche nel nostro Paese nei confronti della cannabis e della coltivazione di questi semi. Sono tanti, infatti, gli utenti che si affidano ai negozi specializzati per l’acquisto di semi di cannabis per la coltivazione. Quando si parla di questi elementi si deve fare riferimento in particolare ad una tipologia di semi, che è ampiamente scelta dagli acquirenti.
Stiamo parlando dei semi autofiorenti di cannabis, che hanno numerosi vantaggi, anche per il fatto che non sono fotoperiodici e quindi non hanno dei vincoli particolari per ciò che riguarda il ciclo della luce. Inoltre sono dei semi che danno un risultato finale non molto alto.
Vediamo, quindi, alcuni consigli utili per la coltivazione dei semi di cannabis.
La messa a dimora dei semi di cannabis
Quando si devono piantare i semi di cannabis? Molti, infatti, si chiedono quale sia il momento migliore per la loro messa a dimora.
In realtà, almeno se ci riferiamo ai semi autofiorenti, non possiamo definire un periodo migliore rispetto ad un altro.
Tuttavia dobbiamo considerare il fatto che le piante dovrebbero rimanere esposte alla luce del sole per almeno dieci ore al giorno. Per questo motivo, se si vuole sfruttare la luce naturale, si potrebbe scegliere come periodo migliore per piantare i semi di cannabis autofiorenti la primavera, avendo cura di collocare le piante in una zona esposta a Sud.
Ma c’è un altro fattore da tenere presente, quando si vuole scegliere il periodo più adatto. Infatti, se si piantano i semi all’esterno, bisogna avere cura di evitare i geli. Se ci si riduce ad una stagione troppo fredda, bisognerebbe evitare di passare alla piantumazione.
La gestione dell’irrigazione
L’irrigazione costituisce un altro fattore fondamentale a cui bisognerebbe fare attenzione. Infatti innanzitutto bisogna distinguere, per esempio nel caso della coltivazione idroponica, tra quella con substrato e quella senza substrato.
In generale non bisognerebbe eccedere con la quantità di acqua da fornire alle piante, purché comunque si abbia cura di non far mancare la giusta ossigenazione. Infatti l’ossigeno è fondamentale per le piante nella coltivazione indoor, perché le piante assorbono le sostanze nutritive attraverso l’ossigeno che viene loro fornito.
Naturalmente non è soltanto un fatto di irrigazione, ma il tutto si può gestire meglio anche con gli opportuni fertilizzanti. In questo caso sarebbe meglio ricorrere a delle soluzioni a rilascio graduale.
Quando passare alla raccolta
Un’altra domanda che molti si pongono per quanto riguarda la coltivazione di semi di cannabis autofiorenti è quella che riguarda il momento giusto per procedere alla raccolta. Comunque anche a questo riguardo si deve fare una distinzione, perché ci sono per esempio delle piante che possono maturare in circa 50 giorni, mentre per altre per il tempo della raccolta possono passare anche circa 80 giorni.
Come fare, quindi, a capire se è arrivato il momento di procedere con la raccolta? Gli esperti consigliano di valutare le caratteristiche dei tricomi, che sono situati sulla cima delle piante e sulle foglie. I tricomi vanno osservati molto attentamente e, se necessario, devono essere sottoposti alla vista con una lente di ingrandimento.
Se raggiungono una colorazione tendente all’ambrato, questo vuol dire che è arrivato il momento di tagliare i rami che devono essere rimossi con le cime attaccate.
Alcuni si chiedono, per esempio, se per la coltivazione delle piante che nascono dai semi di cannabis ci si debba affidare al terreno o ai vasi. Di solito tutti consigliano di utilizzare i vasi, perché si possono spostare e quindi possono essere più facilmente esposti alla luce del sole. Sarebbe meglio scegliere alcune tipologie di vasi specifici, come, ad esempio, quelli realizzati in feltro.
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