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Specchietto elettrocromico retrovisore: che cos’è?

Specchietto elettrocromico retrovisore: che cos’è?

Che cos’è uno specchietto elettrocromico retrovisore e che funzione ha? Oggi i costruttori di veicoli investono molto denaro nell’incorporazione di innovativi sistemi di sicurezza attiva e passiva. Tutto ciò si traduce in una guida sicura per il conducente e i suoi occupanti, così come per gli altri utenti e pedoni.

Specchietto elettrocromico retrovisore: che cos’è?

Gli specchietti retrovisori si sono evoluti costantemente perché sono un elemento cruciale quando si parla di guida. Ci permettono di vedere l’ambiente e il resto dei veicoli che circolano dietro di noi.

Specchietto interno e regolazione

Quello che non si è evoluto è stato il suo modo di regolarli, che è ancora manuale. Vedendo l’evoluzione del mondo automobilistico, verrà il giorno in cui la sua regolamentazione sarà elettronica o semplicemente lo specchietto retrovisore scomparirà come tale e tutto avverrà attraverso le telecamere, come si può già vedere negli specchietti esterni.

Fino a non molto tempo fa, la regolazione dello specchietto retrovisore interno per evitare l’abbagliamento del guidatore veniva eseguita manualmente. In modo semplice ma efficace. Attualmente, i veicoli di fascia bassa continuano a incorporare questo semplice sistema che, tramite una leva, orienta i raggi luminosi in modo diverso ed evita così di essere abbagliati. Ebbene, l’evoluzione di questo sistema ha portato ai cosiddetti specchietti retrovisori elettrocromici, fotosensibili o antiriflesso.

Questo sistema significa che il guidatore non deve spostare lo specchio per evitare di essere abbagliato, ma è lo specchio stesso che viene oscurato automaticamente. Apparentemente sono normali specchietti, ma incorporano un led o pilota che ha il compito di indicare quando è attivato per il suo funzionamento, e può essere attivato o disattivato tramite il pulsante che incorpora.

Specchietto elettrocromico retrovisore: che cos’è?

Internamente incorpora un vetro multistrato che quando riceve corrente elettrica cambia la sua opacità, diventando meno trasparente e oscurandosi; una tecnologia utilizzata anche nei tettucci apribili di alcuni veicoli e nell’aviazione.

Questi specchi sono costituiti da più strati: un primo strato superficiale in vetro, dietro il quale si trovano altri quattro strati, in cui avviene la reazione elettrochimica. Uno strato è composto da viologo, che fa sì che il vetro si tinga più velocemente. Un altro strato funge da immagazzinamento di ioni, un terzo che è responsabile della conduzione di energia e, infine, c’è lo strato di metallo riflettente.

Lo specchietto retrovisore non sempre si oscura lo stesso e il suo grado di oscuramento dipenderà dalla luce che raggiunge i sensori. Tutte le informazioni raggiungono un microprocessore che è responsabile dell’applicazione della corrente elettrica necessaria. A seconda della corrente elettrica ad esso applicata, si scurisce più o meno, diventando più scuro quanto maggiore è la corrente elettrica che il microprocessore gli invia, ovvero maggiore è la corrente elettrica, maggiore è l’opacità o maggiore è l’oscuramento.

A seconda del modello, lo specchio può impiegare più o meno tempo per scurirsi, ma sempre alcuni secondi e tra 8 e 10 secondi per schiarirsi. Affinché lo specchio ritorni nella sua posizione naturale, viene applicata la stessa corrente elettrica, ma in senso inverso. A farlo è anche il microprocessore. La tensione di esercizio è molto bassa, circa 3 volt massimo, con un consumo energetico molto basso.

Non solo interni

Nei veicoli di fascia alta, questo sistema antiriflesso o fotosensibile è incorporato negli specchietti retrovisori esterni. Il suo funzionamento è lo stesso dello specchietto retrovisore interno. Questi specchietti retrovisori sono più costosi di quelli convenzionali a causa della tecnologia che incorporano (sensori e microprocessore). In questo senso, mettono in evidenza un sensore che guarda avanti e un altro che guarda indietro e cioè quello che incorpora l’impianto elettrico che attraversa il corpo fino alla centralina.

Insomma, è un sistema che impedisce al guidatore di rimanere abbagliato e un possibile incidente in questa situazione in cui la vista può essere momentaneamente persa e avere conseguenze fatali.

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