Seat Diana: ecco l’auto autonoma spagnola, in dati, foto e video

Seat ya se encuentra trabajando y desarrollando su propia tecnología de conducción autónoma. El Seat Diana es un proyecto piloto con un nivel 3 de autonomía.

No, non farti l’idea che il nome Diana nasconda la nuova auto di Seat. Con questo nome, scelto dopo la dea romana, l’azienda spagnola si riferisce al suo progetto pilota che “indaga le possibilità offerte dall’auto autonoma per la mobilità urbana e intelligente”. Un progetto al quale il marchio stesso partecipa con i suoi ingegneri in collaborazione con il Centro Tecnolóxico de Automoción de Galicia.

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Sulla piattaforma di una Seat Leon, questo veicolo ha un sistema di guida autonoma di livello 3, in cui un sistema controlla già tutti gli aspetti dinamici della guida in modo indipendente, come lo sterzo, la velocità e l’ambiente, senza la necessità che il conducente intervenga. Tuttavia, il conducente deve essere preparato ad agire in caso di pericolo, come nel caso di questa Seat Diana.

SEAT DIANA: COME FUNZIONA LA SUA AUTO AUTONOMA

Questo progetto sta aiutando Seat a testare in profondità le funzioni di guida autonoma e a sviluppare una tecnologia che, in futuro, aiuterà a ridurre gli incidenti e gli ingorghi, tra le altre cose. Inoltre, il progetto prevede lo sviluppo di un’applicazione che può essere utilizzata per richiedere l’assistenza del veicolo per trasferire i passeggeri da un punto all’altro, come un autista, così come per cercare i parcheggi in modo autonomo al cento per cento.

La Seat Leon in questione è dotata di un arsenale di dispositivi aggiuntivi: 5 sensori lidar, 6 telecamere, 5 radar, 8 computer e 12 ultrasuoni. La sua visione a 360° gli permette di “generare una grande quantità di dati ambientali che vengono elaborati in millisecondi”. Così, l’auto sa dove è posizionata, quali ostacoli ci sono ed è in grado di decidere dove deve andare”, dice Oriol Mas, ingegnere di R&S alla Seat. Il veicolo è in grado di muoversi da solo, ma se necessario, cederà il controllo del veicolo al conducente, che dovrà essere attento nel caso in cui abbia bisogno di riprendere il controllo.

La Seat Diana applica tre funzioni: la prima, chiamata “Autonomous Chauffer” dal marchio spagnolo, permette di prendere il controllo per eseguire manovre di avvio e arresto in situazioni di traffico a bassa velocità; con “Automated Valet Parking”, è in grado di cercare un parcheggio ed eseguire l’intera manovra autonomamente; e “Summoning”, che risponde alle richieste dell’utente tramite un’app per prenderlo e spostarlo alla destinazione scelta.

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Seat ha già potuto testare la Diana nelle sue strutture di Martorell in un circuito urbano chiuso e controllato. Il progetto fa parte della piattaforma Seat Innova, che promuove l’innovazione in tutte le aree dell’azienda e incoraggia nuovi modi di lavorare. Riconoscono che hanno dovuto superare molte sfide e barriere, come COVID-19, permessi di traffico, convalida degli algoritmi… “e abbiamo ancora del lavoro da fare, ma siamo sulla strada giusta”, dice Rubén Pérez, ingegnere di R&S alla Seat.

IL FUTURO DELLA GUIDA AUTONOMA

Come menzionato sopra, il progetto Seat Diana fa parte dei sistemi di assistenza alla guida avanzata (ADAS) di livello 3 su 5. Dal livello 0, dove non c’è automazione e dove il conducente controlla tutte le funzioni, le ultime innovazioni automobilistiche di oggi applicano per lo più tecnologie di livello 2, che sono ancora controllate dal conducente, ma il sistema può ora regolare lo sterzo e la velocità sotto la sua supervisione.

Nella fase successiva, il livello 4, il veicolo può eseguire funzioni in modo autonomo in tutte le circostanze, mentre il conducente può eseguire compiti secondari senza preoccuparsi che l’auto prenda il controllo. Al livello 5, il più alto, c’è la completa automazione, il conducente non è più un guidatore e diventa un passeggero.

 

 

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